Martedì 20 giugno 2023
piazzale Vittorio Veneto - Frosinone


Santi Patroni Fr 2023 santa Messa
Cari fratelli e sorelle, Dio si preoccupa di noi che, come quel gregge di cui parla il profeta, siamo a volte dispersi e anche divisi in un mondo che ci abitua a coltivare noi stessi senza gli altri, a volte contro gli altri. Infatti, un conto è crescere ed acquisire una propria maturità di vita e di pensiero, un’altra è credere che essa si raggiunga nella concorrenza e nell’esclusione degli altri, come spesso avviene. Una Chiesa, ma anche una città, un Paese, che vivono isolati, chiusi nei loro confini, e non si costruiscono nelle relazioni con gli altri, sono destinati all’insuccesso e alla rovina.

Constatiamo quotidianamente sia nelle relazioni individuali, sociali, ma anche economiche e politiche, come l’affermazione di se stessi senza gli altri porti allo scontro e infine alla violenza. Lo vediamo molto bene nel mondo di oggi, dove la paura dell’altro dà origine a chiusure e divisioni, che non rispondono neppure saggiamente a un mondo connesso e globale come il nostro. Ma le connessioni non possono essere né solo sui social né solo economiche. Se non costruiamo connessioni umane e spirituali, che crescono condividendo e dialogando, non saremo mai in pace né contribuiremo a vivere quell’unità e quella fraternità di cui abbiamo tutti bisogno. Siamo qui in tanti proprio per aiutarci a condividere il messaggio che proviene dalla santità dei nostri patroni, che ci hanno lasciato traccia di un’umanità animata dallo Spirito di Dio.

Quest’anno la festa che celebriamo cade a 1500 anni dalla morte di Ormisda. Per questo, in sintonia con l’amministrazione comunale, che ringrazio per la sensibilità mostrata nella persona del sindaco Riccardo Mastrangeli, abbiamo voluto celebrare l’anno Ormisdiano. I tempi di Ormisda e Silverio non erano facili neppure per la Chiesa, che viveva uno scisma tra Oriente e Occidente oltre a contrasti tra sovrani che mettevano in pericolo l’unità della Chiesa e il suo messaggio evangelico. Ormisda lavorò con saggezza e pazienza prima per ricomporre l’unità della Chiesa nella comunità cristiana di Roma, poi per ritessere la frattura che si era creata con la Chiesa di Costantinopoli. Una situazione non diversa per gli intrecci tra sovrani e Chiesa toccò a Silverio, che, dopo solo un anno dalla sua elezione a vescovo di Roma, fu costretto all’esilio a Palmarola, dove morì di stenti. Per questo la Chiesa lo celebra come martire.

Cari fratelli e sorelle, il Signore conosce le fragilità e lo smarrimento di ciascuno, che tocca tutte le generazioni, dai giovani agli anziani. Soprattutto tocca i più esposti alle difficoltà di questo tempo, dai poveri agli anziani soli o malati fino ai rifugiati, di cui oggi celebriamo la giornata mondiale, istituita dalle Nazioni Unite nel 2000 proprio per aiutarci a riflettere su tutti coloro che fuggono dalle loro terre a causa soprattutto delle guerre, della violenza, o delle conseguenze dei cambiamenti climatici. Secondo le statistiche dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite nel 2022 gli sfollati e i rifugiati nel mondo erano 108,4 milioni, il 23% in più del 2021. Ricordiamoci di questo grande popolo in maniera umana e condivisa. Molti di noi hanno vissuto la gioia della vicinanza e della solidarietà ospitando in questo ultimo tempo soprattutto gli ucraini fuggiti dalla guerra, ma anche molti altri accolti anche in questa città e nel nostro territorio. Grazie e tutti coloro che con generosità si sono messi a disposizione per accogliere e aiutare la loro integrazione. Vedo sempre nel cuore di tanti nostri cittadini la disponibilità ad aprire le braccia per essere accanto a chi soffre e magari ha perso tutto, siano essi italiani o stranieri. E’ uno dei lati più belli e più umani di questa città, che oggi fa festa per due suoi concittadini che onoriamo per non aver rinunciato in tempi difficili al sogno dell’unità e della fraternità. Siano un modello per tutti noi. Ma dobbiamo essere vigili, attenti, coltivare nel cuore il seme buono della Parola di Dio e della preghiera, perché i semi di violenza non crescano nei cuori e portino fino alla morte, come è avvenuto a Frederick, immigrato ghanese di 43 anni, senza fissa dimora, ucciso violentemente nella notte tra domenica e lunedì a Pomigliano d’Arco!

Oggi il Signore vorrebbe condividere con noi il sogno di unità che ci lasciano i nostri patroni, che nasce da uno sguardo misericordioso e benevoli verso gli altri e che, nel rispetto delle differenze, vuole costruire un mondo fraterno. Mi immagino che il Signore si rivolga a noi come a Simon Pietro, figlio di Giovanni. Vorrebbe che ognuno risponda a quella domanda insistente e un po’ provocatoria: “Mi ami, mi vuoi bene?” La domanda indica una via per condividere con il Signore l’amore con cui egli guarda alla nostra vita, alla nostra terra e al mondo, per assumercene la responsabilità verso gli altri. Infatti, l’amore per Gesù non è né adulazione né ammirazione, ma inizia quando ci prendiamo cura degli altri, a cominciare dalle persone smarrite e disperse, sofferenti e bisognose, che magari abitano vicino a noi o che vediamo anche nelle vie di questa città o di cui sentiamo parlare. “Pasci le mi pecore”, dice Gesù a Pietro; vale a dire: prenditi cura degli altri. Solo così saremo felici, cari amici, perché la medicina migliore per guarire il nostro animo dalla paura, dalla delusione e dal vittimismo, è aver cura della vita degli altri. Allora, mentre camminiamo insieme per le strade di questa città, immaginiamoci che sia il Signore a guidarci mentre noi lo seguiamo come fecero i nostri Santi Patroni, Silverio e Ormisda. Così insieme, nella condivisione di questo momento di preghiera e di festa, renderemo più bella e umana la nostra terra e il mondo. Amen. 



+ Ambrogio Vescovo 


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Si legga anche l'articolo pubblicato su pdfAvvenire_Lazio_7_25_giugno_2023.pdf

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Si consultino anche le news dedicate:
Santi Patroni di Frosinone 2023
Frosinone: 1500 anni dalla morte di Sant'Ormisda (523-2023)


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Qui l'elenco completo degli interventi e delle omelie del Vescovo Ambrogio:
https://www.diocesifrosinone.it/documenti/vescovo-spreafico/