Omelia Santa Maria Salome 2023

Cari fratelli e sorelle,
celebriamo con gioia la festa di Santa Maria Salome, di cui questa città porta i segni della presenza come discepola e missionaria del Vangelo della morte e resurrezione del Signore. Se dovessimo chiederci chi fu Maria Salome, non potremmo che ripetere, come altre volte, che fu anzitutto discepola, una donna che, attratta dalla parola di Gesù, la ascoltò e decise di seguirlo fino al termine della sua vita terrena durante la passione e sotto la croce, per poi ricevere tra le prime l’annuncio della resurrezione.
Percorrendo la Parola di Dio che abbiamo ascoltato, dobbiamo dire che fu una donna forte. Ma perché? Oggi la forza si esprime spesso nella prepotenza che si impone sugli altri, in un’idea arrogante di sé, avida di possedere e arricchirsi, nella violenza del dominio, della supremazia, che porta alla guerra che distrugge la vita. La guerra in Ucraina è solo un esempio tra tanti, che spesso neppure conosciamo e di cui non si parla quasi mai! Quanta sete di possesso e di dominio sta distruggendo il creato, dove dovremmo vivere in armonia e nella fraternità. La donna forte è colei che “che teme Dio”, come abbiamo ascoltato nel libro dei Proverbi. Timore e amore di Dio sono spesso collegati nella Bibbia, perché il timore non è la paura, ma la consapevolezza del bisogno di essere suoi figli, di essere salvati dalla sua presenza, dal suo aiuto, dal suo amore, per vivere e realizzare noi stessi, portare a compimento la nostra umanità. Per questo la donna forte è laboriosa, ma non solo per se stessa, perché “apre le mani al misero e stende la mano al povero”.
Così ci immaginiamo Maria Salome, che oggi torna in questa festa a testimoniarci la forza di chi si affida al Signore e con lui può cambiare il mondo. Sorelle e fratelli, siamo fragili, deboli, donne e uomini che siamo. Non nascondiamo la nostra fragilità dietro un’illusoria idea di potenza o di poter bastare a noi stessi. La forza viene a noi dal Signore, da quello Spirito di Dio, che riceveremo a Pentecoste, e che fin dalle origini del creato permise al mondo di prendere vita e di mettere armonia nel caos, come ci racconta l’inizio della Bibbia.
Mi piacerebbe chiamare Maria Salome “la donna del mattino”, che non indugia, che vuole prendersi cura di quel corpo morto di Gesù e va al sepolcro. Sarà stata delusa anche lei? Forse sì. Ma non rinuncia a mostrare affetto a quel suo amico, con cui ci immaginiamo avesse condiviso molta parte della sua vita terrena. Così quel mattino, di buon mattino, andò. Non è questa la vita del cristiano? Andare dal Signore, seguirlo, cercarlo. Cercare il Signore apre sempre a qualcosa di inaspettato, di straordinario. Certo, a volte si cerca nel buio, nella paura, nell’incertezza. Pensiamo ai migranti che fuggono dalle loro terre per cercare un posto dove continuare a vivere. Pensiamo anche a chi è stato investito dalla violenza dell’acqua come nelle alluvioni in Emilia-Romagna e magari cerca di mettersi in salvo e di mettere in salvo quanto gli appartiene. La ricerca è fatica, ma anche speranza. Oggi, sorelle e fratelli, vorremmo anche noi diventare cercatori di Dio, cercarlo dove egli vive, anzitutto nella sua Parola, nell’Eucaristia, ma anche nei poveri, nei quali Gesù si è identificato, quando ha detto: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Lo cerchiamo nella preghiera che ci unisce, ci rende popolo, sorelle e fratelli, donne e uomini che imparano a vivere insieme volendosi bene.
Così, mentre noi lo cerchiamo, e come Maria Salome andiamo da lui senza indugio, egli ci sorprende. “Un giovane” – dice il Vangelo di Marco con un tocco di tenerezza a differenza degli altri vangeli; quante volte noi giudichiamo i giovani invece di ascoltarli e aiutarli…- “disse loro: Non abbiate paura! Voi cercate Gesù il nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui”. È risorto, cari amici. È salito al cielo, ma rimane con noi fino alla fine del mondo, come Gesù assicurò ai discepoli. La Pasqua, cari fratelli e sorelle, è davvero un vero nuovo inizio, come lo fu il primo giorno della creazione. Certo, è solo l’inizio, ma l’inizio di un tempo nuovo, una nuova vita, libera dalla paura, da quell’io che ti illude di poterti salvare da solo e di poter bastare a te stesso senza gli altri, o a volte contro gli altri. Accogliamo con gioia la sorpresa della Pasqua e come Maria Salome, diveniamo ogni giorno testimoni della gioia del Vangelo che il Signore Gesù continua a darci. Diffondiamo il profumo del suo amore e, contro ogni pessimismo e delusione, lasciando da parte l’abitudine a lamentarci, viviamo in pace e in armonia tra noi, perché le nostre comunità siano sempre segno di donne e uomini che sanno vivere insieme come sorelle e fratelli in questo mondo diviso, litigioso e rassegnato alla guerra. Il Signore protegga sempre la nostra vita e ci rende artigiani di pace. Amen.
+ Ambrogio Vescovo
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Si consulti anche la news dedicata: Santa Maria Salome 2023
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