Amaseno 2024Venerdì 9 agosto 2024
Piazza Santa Maria, Amaseno



Sorelle e fratelli, “è bello e dà gioia che i fratelli siano insieme”, canta il Salmo. Sì, questo è vero anche per le nostre comunità quando si radunano soprattutto la domenica o nelle feste dei santi, come oggi. Nella vita si cerca a volte la felicità nella solitudine, nella ricerca del proprio interesse, nel successo o nella soddisfazione di un momento. Poi ci si abitua a questo modo di vivere e, chissà perché, si rimane insoddisfatti e tristi, perché ciò che hai ottenuto non basta mai. Il Signore ci vorrebbe dire sommessamente, senza urtare la sensibilità di nessuno, che non si può vivere sempre così, che nella vita non troverai pace se cercherai solo il tuo interesse, se la farai dipendere dal denaro, dal possesso, dalla droga. Anche Amaseno, come molti altri luoghi del nostro Paese e di questa terra che abitiamo, non è stata risparmiata dagli incendi e dai furti nelle case. Gente senza scrupoli, senza rispetto, senza umanità, si permettono di mettere in pericolo la vita degli altri e di privarla di quanto a fatica hanno costruito. Il mondo è pieno di uomini e donne violenti, seminatori di odio, a cui gli altri non interessano se non per il proprio interesse. Impariamo non solo a prenderne le distanze, ma anche a non esserne complici con l’omertà e l’idea che tanto non si può far niente per contrastare questo modo di agire e il male che esso provoca.

Cari amici, in un tempo così difficile come il nostro, in cui la violenza, le guerre, le minacce, rendono dolorosa la vita di tante persone, oggi il Signore ci parla con affetto, come aveva parlato al cuore del martire Lorenzo, che aveva scelto di dedicare la vita al servizio della Chiesa di Roma e dei suoi poveri. Il Vangelo riporta delle parole di Gesù, che sono la risposta alla domanda di alcuni che erano incuriositi da Gesù e volevano vederlo. Lo dissero agli apostoli che lo riferirono a Gesù. Le parole di Gesù sembra quasi vogliano chiarire agli apostoli il senso del suo stare in mezzo a noi, e anche della sua “gloria: “E’ venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”. E poi continua: “Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna”. Il Signore ci mette davanti a una scelta: quale gloria cerchiamo? Quale realizzazione? Quale felicità? Quale frutto siamo disposti a dare a noi e agli altri? Quel chicco di grano caduto in terra è Gesù stesso venuto in mezzo a noi, che con umiltà si è fatto uno di noi, Lui che era Dio. Quel chicco contiene l’amore di Dio, la sua parola. Quel chicco di grano diventa il pane dell’Eucaristia, che nutre la nostra vita. Sorelle e fratelli, siamo chiamati ad accogliere quel chicco pieno di amore e a fecondare con generosità il terreno della nostra vita e di quella del mondo con l’amore di Dio, con la bontà, con la Parola che il Signore ci affida. Sì, in questa scelta ci sembrerà a volte di perdere qualcosa di noi, della nostra vita, del nostro interesse. In realtà guadagneremo la vita eterna, che non è solo quella dopo la morte, ma già da oggi è la vita con Gesù, una vita che porta frutti di amore. E’ eterna perché comincia già in questa vita. Quanto bisogno c’è di questi frutti, sorelle e fratelli. Troppi egoismi, troppa prepotenza, troppa fretta che non fa fermare accanto al bisogno degli altri, scarso rispetto, caratterizzano la vita della società in cui siamo. Le nostre comunità dovrebbero sempre essere come in questi giorni per la festa di san Lorenzo: generose, dedite, rispettose, umili, capaci di fermarsi e ascoltare, sempre davanti al Signore nella preghiera. Grazie a tutti coloro che rendono possibile questo con il loro impegno e la loro dedizione. L’Apostolo Paolo ce lo ricorda ogni anno in questa festa: “Chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza con larghezza raccoglierà…. Dio ama chi don con gioia”.

Noi lo sappiamo, perché quando ci prendiamo cura degli altri, quando ci fermiamo ad ascoltare qualcuno senza avere sempre fretta per noi, quando visitiamo un anziano o un malato o aiutiamo i piccoli e i giovani a crescere, con la pazienza dell’amore senza sempre giudicare, allora scopriamo che seminare amore con larghezza allarga il cuore e fa crescere la nostra umanità, ci rende felici. Così dovrebbe essere la vita, così dovrebbe essere l’umanità. Oggi ce lo chiede il martire Lorenzo che nel suo sangue sciolto vorrebbe dirci che tutti possiamo sciogliere le durezze e le asperità della nostra umanità se scegliamo di stare davanti al Signore e ci prendiamo cura di chi vive nel bisogno, al servizio gli uni degli altri. Nella vita cristiana mai nessuno padrone, ma tutti servi, come Lorenzo, che fu diacono, cioè servo! Così saremo un segno prezioso per questa umanità segnata dalla violenza e dal dolore, diventeremo piccoli chicchi di grano di amore che fecondano la terra perché tutti possano vivere come sorelle e fratelli in una fraternità senza esclusioni.

Vi chiedo in particolare di pregare sempre per la pace, soprattutto in Terra Santa e in Ucraina. Che il Principe della pace conduca le donne e gli uomini, a partire dai grandi del mondo, a perseguire la via del dell’incontro e del dialogo. Amen!
   



+ Ambrogio Vescovo



---

Qui l'elenco completo degli interventi e delle omelie del Vescovo Ambrogio:
https://www.diocesifrosinone.it/documenti/vescovo-spreafico/