Sacro Cuore giugno 24Venerdì 9 giugno 2024
Parrocchia Sacratissimo Cuore di Gesù - Frosinone



Sorelle e fratelli, è sempre bello e dà gioia essere radunati dallo Spirito del Signore che ci rende popolo, comunità, attorno alla Parola di Dio e al pane di vita eterna. Soprattutto oggi nella festa del Sacro Cuore respiriamo l’alito d’amore che viene da Dio e che il profeta Osea ci ha così ben rappresentato. Non si tratta solo di sentimenti, ma di vita reale. Dio ama, e ci chiama come suoi figli, come fece con il suo popolo Israele liberandolo dalla schiavitù. Lui è nostro padre in un mondo in cui sembra così difficile essere figli. Ognuno vuole essere se stesso senza gli altri, a volte anche senza qualcuno che ti aiuti a crescere come figlio. Così si cresce male, e sembra di vivere in un mondo di orfani, donne e uomini, piccoli o grandi che siano, che scelgono se stessi senza capire che si diventa se stessi in una rete di relazioni, mai da soli, mai senza gli altri.

E il profeta continua quasi per farci gustare la paternità amorevole di Dio: “A Efraim (cioè Israele) io insegnavo a camminare, tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare”. Sì, Dio è padre, ma compie gesti di una madre, così grande è la sua preoccupazione per noi. Siamo consapevoli di questo, o piuttosto nella vita camminiamo da soli, dimenticando che il Signore ci tende la meno, ci nutre, vuole aiutarci a fare le scelte giuste, che è difficile fare da soli senza perdersi. Pensiamo alle nostre giornate. Pensiamo a quante volte dimentichiamo di avere accanto il Signore che ci vorrebbe guidare, indicare la via della felicità, nutrire il nostro animo della sua parola in modo così amorevole come una madre che allatta il figlio.

Le parole del profeta ci toccano nel cuore, suscitano domande non solo sulla nostra vita, ma anche sul mondo in cui siamo, in cui è tanto facile vivere senza legami, scegliere la solitudine e la distanza, preferire il facile legame sui social, che difficilmente creano relazioni vere e profonde, tanto che non sappiamo più ascoltarci neppure quando siamo insieme, magari seduti allo stesso tavolo, perché ognuno non sa liberarsi dal suo smartphone. Così facciamo fatica ad ascoltare, a parlare, perdiamo il valore delle parole dette e non solo scritte, la capacità di capire l’altro e di immedesimarci nel suo dolore e nelle sue speranze.

L’apostolo Paolo ci chiede di affidarci a Dio Padre “per essere rafforzati nell’uomo interiore mediante lo Spirito” Sì, sorelle e fratelli, abbiamo bisogno di crescere interiormente, perché a volte curiamo molto la nostra vita esteriore, ma troppo poco quella interiore; così fatichiamo, ci accontentiamo di vivere in un mondo un po’ piatto, senza entusiasmi e senza passione, accettando troppo facilmente il predominio della prepotenza e dell’arroganza, senza gentilezza e rispetto, circondati da donne e uomini che con disprezzo urlano le proprie ragioni come se fossero padroni del nostro destino. Gesù ha dato la vita per noi, perché crede che affidandoci a lui possiamo “fondare i nostri cuori, (come il suo), nella carità”, e quindi possiamo compiere il bene, essere donne e uomini dal cuore largo, capace di prendere per mano gli altri senza sempre giudicare, soprattutto i piccoli e i giovani, a volte disorientati in questo mondo che sembra offrire poco alla loro crescita umana e culturale. Volgiamo lo sguardo a “colui che hanno trafitto”, a quel crocifisso che sta sempre davanti a noi in ogni chiesa, per imparare dal Signore a fermarci davanti al dolore degli altri, del mondo in guerra, dei poveri e degli esclusi, degli anziani e dei piccoli, per essere buoni samaritani, che fermano la loro fretta per soccorrere donne e uomini feriti dalla vita, prendendosi cura di loro con i fratelli e le sorelle delle nostre comunità, perché siano sempre come quella locanda del Buon samaritano. Signore, allarga il nostro cuore perché sia materno e paterno come il tuo, per essere sempre davanti a Dio Padre come figli e con te fratelli e sorelle tra noi perché il mondo ritrovi i passi della fraternità della pace. Te lo chiediamo in questo giorno in cui ci mostri la larghezza d’amore del tuo cuore. Amen


+ Ambrogio vescovo 


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