Omelia liturgia per l'Ucraina (10 marzo 2023)
10 marzo 2023
Chiesa Sacratissimo Cuore di Gesù - Frosinone

ci uniamo questa sera a tutta la Chiesa che è in Italia e in Europa per pregare per coloro che sono morti nella guerra in Ucraina e perché torni finalmente la pace. La vita di tante donne e uomini è segnata da una grande sofferenza e dalla morte. La guerra è solo male! Non si deve mai dimenticare! Mai accettare la guerra come un fatto normale e inevitabile! La storia, anche di oggi, è segnata da tanti conflitti, noti e sconosciuti, e da una crescente violenza. Siamo qui perché crediamo che la preghiera abbia una sua forza, e che soprattutto la celebrazione eucaristica, in cui facciamo memoria della morte e resurrezione del Signore, possa guarire il cuore degli uomini dai semi di male e dalla violenza, che distrugge e uccide.
Abbiamo ascoltato nel libro della Genesi l’inizio di una storia di violenza, che prende avvio dall’invidia, da un confronto privo di amore, che diventa odio. E, come dice il testo, quando lasci entrare invidia e odio nel cuore, non si riesce più a dialogare, a “parlarsi in modo pacifico” l’uno con l’altro. Senza dialogo, cari fratelli e sorelle, ci sarà sempre e solo odio e inimicizia. Colpisce nella vicenda di Giuseppe come l’odio sia accettato come normale. Solo un timido intervento di Ruben, uno dei fratelli di Giuseppe, evita almeno l’uccisione del fratello, che tuttavia viene venduto come schiavo a dei mercanti di passaggio. Quella vicenda non è solo la storia di una famiglia, quanto quella di un popolo. Infatti, i figli di Giacobbe rappresentano la dodici tribù di Israele, che poi formeranno quel popolo scelto da Dio per realizzare con lui il suo sogno di amore e di pace per l’umanità intera. Quanta fatica farà Giuseppe e riscostruire quella fraternità. Ci vorrà la pazienza e l’intelligenza dell’amore, che non vuole vendetta, non la cerca, ma pian piano fa emergere nel cuore di quei fratelli la nostalgia della fraternità. E così alla fine ricominciarono a parlarsi in modo pacifico, come deve essere la relazione tra individui, gruppi, popoli, Paesi.
Nel Vangelo emerge un altro aspetto della violenza, che conduce alla morte: la sete di possesso, di avere. Quei contadini vogliono tenere per sé ciò che non è neppure loro. Una storia che si ripete in ogni conflitto, ma non solo. E’ la vicenda di ricchi e potenti che vogliono possedere, allargare la loro ricchezza, i loro beni, incuranti degli altri, anzi possibilmente sottomettendo e impoverendo gli altri. Solo chi vive prigioniero del suo piccolo mondo e del suo benessere non si rende conto di come la storia di interi Paesi è segnata da questa smania di possesso.
La vicenda terrena di Gesù di Nazareth rimane un monito rivolto a questo modo di vivere, che porta alla violenza e alla morte. Ma la sua morte violenta e ignominiosa è per noi anche il segno di un uomo che non ha risposto alla violenza con la violenza, come ci ricorda il suo “basta” a chi lo voleva difendere con la spada, e per questo essa ci rivela il dono di una vita data per amore e per la salvezza del mondo, che noi celebriamo nella sua resurrezione dai morti. Oggi ci affidiamo a Lui, perché la sua vittoria sulla morte possa entrare nel cuore di coloro che nel mondo seminano violenza e morte, e converta i loro cuori alla ragione del dialogo e della pace. Il Signore aiuti anche noi ad essere donne e uomini di dialogo e di pace in una società poco abituata all’ascolto e al dialogo, che spesso non contrasta i semi di violenza e di inimicizia che si annidano nei cuori e che diventano parole dette o scritte sui social, che creano solo divisione e aumentano l’odio. Affidiamo alle braccia misericordiose del Signore chi è morto nella guerra, coloro che hanno perso i loro beni, chi ha dovuto lasciare il Paese, voi che siete qui con noi oggi. Il Signore sia la vostra forza e vi accompagni la nostra amicizia e solidarietà, perché possa consolare il vostro dolore e la lontananza dal vostro Paese. Consideratevi parte di questa famiglia che avete conosciuto in questa nostra terra. Sentitevi sorelle e fratelli delle nostre comunità dove vi trovate a vivere. E il Signore ci renda insieme suo popolo, parte della famiglia di Dio ovunque diffusa.
+ Vescovo Ambrogio
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Di seguito:
- una Fotogallery 10 marzo 2023 in preghiera per l'Ucraina
- la news dedicata: 10 marzo 2023: in preghiera per l'Ucraina
+ Vescovo Ambrogio
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