Omelia Festa dell’Assunzione di Maria (2023)
Martedì 15 agosto 2023
Cari fratelli e sorelle, le letture che abbiamo ascoltato ci aiutano ad entrare nel mistero della morte e della vita, che oggi celebriamo anche nella festa dell’Assunzione di Maria al cielo. La morte, segno della forza del male nel mondo è la più grande ferita dell’umanità e degli esseri viventi. Il libro dell’Apocalisse ci descrive la vita, che il Signore Gesù ci è venuto a donare in maniera definitiva vincendo la morte, ma che rimane una lotta contro il male. Il Vangelo ci aiuta a non soccombere, a credere che siamo destinati alla vita anche dopo la morte, come abbiamo ascoltato nelle parole dell’Apostolo Paolo: “Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la resurrezione dei morti”. La festa di oggi ci testimonia che Maria ebbe il dono di godere dopo la morte di vivere con il corpo e l’anima accanto al Signore, anticipando la resurrezione dei morti.
Questa è anche la nostra fede e la nostra speranza. Perciò, nonostante siamo ancora sottoposti alla morte, non ci scoraggiamo anche se la morte ci fa paura e il male affligge l’umanità e il creato. Ci fa talmente paura che si preferisce non parlarne. Mi ha colpito leggere un’indagine fatta sui necrologi e gli annunci funebri. Quasi mai si usa la parola morte, ma si preferisce dire: la scomparsa, è salito al cielo, ci ha lasciato, e via di seguito. Lo stesso avviene di fronte al male, alla guerra, agli sconvolgimenti del creato, ai migranti che muoiono in mare, alla violenza diffusa, come quella contro le donne. Spesso si rimane meravigliati, sorpresi di tanta violenza, ma poi tutto passa e tutto continua come prima, come quei video sui social che passano in un secondo e poi ne arriva un altro. Niente si fissa, niente ci sconvolge e poco rimane una domanda per la vita!
Cari amici, il male esiste ed è forte, a volte imprevisto. Lo ha descritto l’Apocalisse. Non si può far finta di niente. Si deve averne coscienza, per imparare a fare il bene, perché il male si vince solo con il bene e con l’aiuto di Dio. Davanti al Signore riscopriamo che la vita è un dono, quella terrena e quella dopo la morte. Purtroppo si è abituati al possesso, così aumenta la prepotenza, l’attaccamento ai beni, insoddisfatti di quanto si ha, avari e poco capaci di vivere la gioia e la grazia della vita come dono da restituire. La festa di oggi ci aiuta a guardare oltre noi stessi, a volgere i nostri occhi e il nostro cuore verso il Signore della vita e a comprendere che l’unica gioia vera e duratura viene dalla gratuità del dare. Come vivere questa felicità in un mondo segnato dalla violenza e dalla paura, nel quale ci si abitua a tenere gli altri a distanza, soprattutto i piccoli e i poveri?
Il Vangelo che abbiamo ascoltato ci offre in Maria una via per essere felici guardando oltre noi stessi verso il cielo, verso il Signore. E’ una via semplice, possibile per tutti. Maria era una donna giovane di un villaggio sconosciuto della Galilea. Eppure, il Signore le parlò e scelse lei per generare il Salvatore. E Maria ascoltò la parola dell’Angelo, il messaggero di Dio, nonostante l’incertezza e i dubbi, e disse: “Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola”. Cari fratelli e sorelle, ripetiamo anche noi queste parole ogni giorno, perché si realizzi quella felicità di chi non ascolta sempre e solo se stesso, ma si mette davanti a Dio e ascolta con il cuore la sua Parola, quella che la Chiesa ci dona ogni volta che partecipiamo alla celebrazione eucaristica e di cui possiamo anche nutrirci personalmente e nelle nostre comunità quando meditiamo la Bibbia, quella parola che nell’eucaristia diventa pane di vita eterna. Proprio quella parola fece uscire Maria, le fece compiere un lungo viaggio per incontrare l’anziana Elisabetta. Le due donne insieme cantarono la gioia della visita di Dio. Non è quello che avviene nelle nostre comunità quando ci incontriamo per la Santa Messa? Qui troviamo la gioia di essere popolo, donne e uomini diversi che trovano unità, comunione, in un mondo che ci abitua alla separazione, alle divisioni, al poco rispetto degli altri, alla solitudine? Quella parola di Dio ascoltata da Maria e da Elisabetta compì il miracolo della nascita del Figlio di Dio e di Giovanni Battista. Se leggiamo la Bibbia, ci accorgiamo che questa Parola ha reso possibile tanti cambiamenti ritenuti impossibili nella storia di Dio con il popolo d’Israele e non noi discepoli di Gesù Cristo. Sì, cari amici, quella parola accolta con fede, come avvenne per Maria, ma prima con Abramo, Mosè, i patriarchi e i profeti, le donne e gli uomini al seguito di Gesù e gli apostoli, ha reso possibile quello che noi siamo oggi: donne e uomini che gustano la gioia di vivere come figli di Dio e fratelli e sorelle tra loro in un mondo spesso diviso e in conflitto. Non è poco. E’ una grazia, la grazia della Parola di vita eterna, quella che la Vergine Santa ha ascoltato e che noi possiamo ascoltare per vivere oggi amandoci e facendo il bene e in futuro nella beatitudine eterna.
Amen!
+ Ambrogio Vescovo
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Qui l'elenco completo degli interventi e delle omelie del Vescovo Ambrogio:
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