Spreafico Veroli 15 08 24Giovedì 15 agosto 2024
Concattedrale di Veroli





Sorelle e fratelli,

la festa di oggi ci fa entrare nel mistero della morte e della vita, una realtà che tocca le donne e gli uomini senza distinzione. Persino il Figlio di Dio Gesù non si sottrasse alla morte per condividere in tutto, fuorché nel peccato, la condizione umana. Maria stessa morì, ma poi fu assunta in cielo, come noi la celebriamo. Siamo mortali. La morte fa paura. Ci fa scoprire la fragilità estrema della vita, esposta al male, al dolore, alla fine dell’esistenza terrena. Si può avere tutto, comprare tutto, essere padroni di molte ricchezze, ma nessuno si può sottrarre alla morte. Ma il Signore, che ha voluto la vita, sa che in ognuno esiste l’anelito all’immortalità, a una vita che non finisce. Per questo non ha voluto che la morte corporale fosse l’ultima parola della nostra esistenza, così ci farà partecipi di quanto ha realizzato nel Figlio Gesù: la resurrezione dai morti e la vita eterna.


Ma siamo nel mondo. Il dolore, la malattia, la fatica, e tanto altro, ogni giorno ci fanno partecipi di una vita sottomessa alla forza del male. Lo abbiamo ascoltato molto bene nel libro dell’Apocalisse, simboleggiata da quel drago che attenta alla vita della madre e del figlio, Gesù. Per questo il Signore è con noi, ci accompagna, vuole vincere le paure che ci fanno chiudere in noi stessi, ci avvicina agli altri per condividere la nostra vita e aiutarci con l’affetto, la solidarietà, l’amore reciproco. Per questo siamo qui: l’Eucaristia, la parola di Dio, rianimano la nostra vita ogni settimana, ci fanno gustare la gioia e la forza della vita eterna, quella vita piena, buona, pacifica, di cui abbiamo bisogno.


Maria ed Elisabetta ci aiutano a comprendere il valore di essere insieme, di renderci visita. Maria, giovane donna, sentì il bisogno di condividere con l’anziana Elisabetta la grazia ricevuta da Dio nell’annuncio della nascita del Signore Gesù. Non esitò, uscì, percorse un lungo viaggio tra i monti della Samaria fino ad Elisabetta, il cui villaggio la tradizione pone a Ein Karem, alla periferia dell’attuale Gerusalemme. In quell’incontro le due donne riconobbero l’opera di Dio in loro, Elisabetta nel suo saluto e Maria nel cantico del Magnificat.


Sorelle e fratelli, capite il senso bello di questo incontro? Maria ed Elisabetta gioirono e cantarono la loro lode a Dio. Non è quello che facciamo quando ci ritroviamo insieme come comunità, quando scegliamo di uscire dalle nostre case per trovarci con le nostre comunità e lodare insieme il Signore nel canto e nella preghiera? Qui impariamo a non ascoltare solo noi stessi, rinunciamo finalmente a comunicare con gli altri solo sui social, ci vediamo, ci salutiamo, ascoltiamo la Parola di Dio, preghiamo, ci diamo la pace ritornando a essere sorelle e fratelli, perché così ci rende il Signore. Lui sa che abbiamo bisogno di questo incontro, sa che la solitudine genera tristezza. Sa che in ognuno ci sono sentimenti contrastanti, a volte di rabbia, di odio, rancori che non passano e rendono distanti, persino nemici. Ogni giorno sentiamo notizie di violenze, di giovani che bullizzano dei coetanei, di gente che sembra godere nel diffondere malignità e menzogne sugli altri, nell’accrescere le divisioni e l’odio. Per non parlare delle guerre che insanguinano il mondo, come in Ucraina e in Terra Santa. Al termine della celebrazione leggerò la preghiera che il cardinale Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, ha chiesto di recitare alle sue comunità perché venga presto la pace. L’ho incontrato nel mese di luglio a Gerusalemme e ho sentito il dolore e la tristezza per quanto sta avvenendo in quella terra dopo la terribile strage che Hamas ha compito nel sud di Israele (ho incontrato anche alcune famiglie dei rapiti in quella strage) e la conseguente guerra di Israele a Gaza, che tanta morte e distruzione sta provocando. Preghiamo perché l’incontro di oggi tra i leader delle due parti in conflitto porti presto alla pace tanto desiderata.


E noi, sorelle e fratelli, non cediamo mai ai sentimenti di odio, ai rancori, alle chiacchiere e ai giudizi che fanno tanto male. Come Maria, cresciamo ascoltando il Signore che ci parla. Portiamo nel cuore la parola di Dio che ascoltiamo alla Messa, a cui siamo chiamati a partecipare perché essa ci nutre l’animo e ci fa vivere come amici di Dio e tra noi. Il mondo ha bisogno di gente che sa ascoltare ed essere amica. Così saremo felici e diffonderemo a tutti la simpatia e la tenerezza di Dio, e non la prepotenza e la durezza che spesso caratterizzano il mondo. Invochiamo la Vergine Santa Assunta in cielo per il bene di ognuno di noi, di questa città e del mondo e aiuti i popoli a vivere come fratelli e sorelle nella diversità di ognuno.


+ Ambrogio Vescovo



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Qui l'elenco completo degli interventi e delle omelie del Vescovo Ambrogio:
https://www.diocesifrosinone.it/documenti/vescovo-spreafico/


Il testo della Supplica per la pace (15 agosto 2024):
https://www.diocesifrosinone.it/notizie/ultime/supplica-per-la-pace-15-agosto-2024.html