Omelia Assemblea Diocesana (2023) Messa conclusiva
Abbazia di Casamari - Veroli
Domenica 08 ottobre 2023
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Si consulti anche la news dedicata:
Assemblea Diocesana: 7 e 8 ottobre 2023
E la Fotogallery Assemblea Diocesana 2023 - Messa conclusiva
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Qui l'elenco completo degli interventi e delle omelie del Vescovo Ambrogio:
https://www.diocesifrosinone.it/documenti/vescovo-spreafico/
Domenica 08 ottobre 2023

Cari fratelli e sorelle,
concludiamo la nostra assemblea radunati dallo Spirito Santo come fratelli e sorelle attorno alla tavola della Parola e del pane di vita eterna. Siamo anche noi parte di quella vigna che il Signore ha piantato, di cui si è preso cura con amore perché fosse feconda e producesse frutti di giustizia e di pace. Questa vigna è la Chiesa di Dio, o forse meglio le comunità di tutti i discepoli di Gesù nella loro diversità, una vigna grande, senza confini, dove possiamo essere sorelle e fratelli, nutriti dalla Parola di Dio e dal Pane dell’eucaristia, che ci fa corpo in comunione e unità. Uniamoci anche noi, perciò, al cantico d’amore del profeta consapevoli di tutto l’amore con il quale il Signore ci ha circondato. Lo abbiamo riconosciuto in questi giorni riflettendo sulla Parola di Dio e sulle nostre comunità, ma nello stesso tempo non possiamo non lasciarci interrogare dalle domande che Dio poneva al suo popolo: “Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha prodotto acini acerbi?” Interroghiamoci, cari fratelli.
Abbiamo contribuito a lavorare nella vigna del Signore con la pazienza dell’amore, con la tenacia della gratuità e della generosità, con la gentilezza del tratto e delle parole, o abbiamo talvolta lavorato per noi, per il nostro riconoscimento, la nostra riuscita, il nostro vantaggio, come avviene a quegli operai della vigna di cui parla il Vangelo? Siamo stati servi o padroni nella vigna del Signore, quando ci siamo presi parti di essa facendocene proprietari? Ricordiamo sempre che niente è nostro possesso nella vigna del Signore! Siamo stati popolo, comunità larga e accogliente, oppure, invece di essere nella stessa vigna operai solerti, abbiamo lasciato crescere il seme della divisione, dando spazio al giudizio, alle chiacchere, alla chiusura che esclude, o costruendo comunità chiuse in se stesse, lontane dalle domande del mondo e dei poveri, poco inclini a parlare a quel gran numero di gente che entra nella vigna del Signore solo raramente o che vi rimane fuori?
Sono domande che siamo chiamati a porci, perché oggi è tempo di cambiare, a cominciare da noi stessi e dal nostro modo di pensare e di vivere. E poi è il Signore stesso che ce le pone. Le parole di Gesù, infatti, non sono rivolte solo a quel popolo a cui parlava e alla sua storia, come sarebbe facile pensare per tirarsene fuori, come si fa spesso di fronte alla Parola di Dio, ma sono rivolta anche a noi, alla Chiesa che noi rappresentiamo, alle comunità in cui viviamo, e ad ognuno personalmente. Il cammino sinodale, in cui siamo inseriti, è un’opportunità preziosa per fermarsi a riflettere insieme, per lasciare che la Parola di Dio entri nel nostro cuore, ci scuota dall’abitudine, ci risvegli al senso della presenza di Dio e della sua Parola nella storia, perché essa ci aiuti ad immaginare e costruire il futuro, ad essere consapevoli dell’amore di Dio per noi e per l’umanità, per quel creato in cui siamo e che si va distruggendo per l’incuria, gli egoismi, la prepotenza e l’ingiustizia. Il Signore è il primo appassionato operaio della vigna: È lui che per primo se ne prende cura, perché ama ognuno di noi con le nostre fragilità e miserie, le nostre speranze e attese. Ma noi ci lasciamo curare da lui? Ci lasciamo guidare dalla sua Parola? Ci affidiamo alle sue mani, o preferiamo far tutto da soli e soprattutto continuare a vivere come pare a noi? L’apostolo Paolo, a conclusione della lettera ai Filippesi, comunità a cui era legato da grande affetto, ci esorta: “Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù… Quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri”. La risposta all’angustia e alla paura, che spesso appesantiscono la nostra vita,, sia affidata alla preghiera, così la pace di Dio ci custodirà nel Signore. E poi cerchiamo quei sentimenti e quelle virtù che possono farci crescere nella pace, nella concordia, in quell’unità che Paolo chiede alle sue comunità. Così saremo segno per questo mondo diviso, litigioso, belligerante, che crede alla guerra come via alla soluzione dei conflitti, ma poco ama e cerca il dialogo, l’incontro, la solidarietà. Vorrei sottolinearlo in questi giorni in cui ricordiamo i tragici bombardamenti delle nostre città dal settembre 2023 durante la Seconda guerra mondiale, che vide la morte di più di 60 milioni di persone tra militari e civili, oltre alla distruzione di città e Paesi. Ma lo ricorderemo con solennità il prossimo anno in particolare facendo memoria di quei sacerdoti che rimasero tra le loro comunità per prestare aiuto e soccorso.
Cari fratelli e sorelle, Mi auguro che le nostre comunità, guidate dalla Parola di Dio, siano case di pace e di armonia, luoghi di cura per i poveri, i fragili, gli esclusi, gli anziani, i migranti, i piccoli e i giovani, le famiglie, tutti i bisognosi di sostegno. In esse la medicina più efficace saranno la preghiera, l’accoglienza, l’ascolto, la pazienza dell’amore e la fiducia reciproca, per essere popolo universale di sorelle e fratelli, segno dell’unità della famiglia umana, con cui camminiamo insieme a tutta la Chiesa verso il compimento del regno di Dio in Cristo Gesù. Preghiamo oggi in particolare per la Terra Santa, perché cessi la violenza scatenata dal terrorismo, siano liberati coloro che sono stati sequestrati e si torni presto a parlare di pace. Affidiamoci al Signore per vivere da fratelli e sorelle in questo popolo grande e bello in cui il Signore ci ha posto per la felicità della nostra vita.
† Ambrogio Vescovo
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