Omelie, discorsi, prolusioni e sollecitazioni del Vescovo
Omelia Giornata mondiale dei poveri 2018
Scritto da Aiuto RedazioneXXXIII domenica del Tempo Ordinario
Dn 12,1-3; Eb 10,11-14.18: Mc 13,24-32
siamo qui nella nostra cattedrale come il popolo di Gesù, la sua comunità, comunità di donne e uomini che vogliono condividere la loro vita con lui e tra di loro, che sanno che nella diversità di condizione e di origine possono vivere insieme in pace. In un mondo dove la paura dell’altro e del diverso fa nascere divisioni e conduce al rifiuto e all’odio dell’altro, noi mostriamo che si può essere gli uni accanto agli altri, poveri o ricchi che siamo, italiani o stranieri, deboli o forti, giovani o anziani. E’ il Signore che rende visibile questa nostra unità, perché lui per primo si è fatto povero per arricchire molti, si è umiliato per avvicinarsi il più possibile alla nostra umanità debole e ferita. Per questo per noi cristiani nessuno può essere escluso dal nostro amore e dalla nostra amicizia, perché nel Signore Gesù tutti siamo divenuti vicini e familiari.
Oggi le letture che abbiamo ascoltato ci parlano di tempi difficili, in cui ci saranno degli sconvolgimenti nel creato. E gli sconvolgimenti metteranno paura e molti cercheranno di mettersi in salvo. Non sono parole che riguardano solo una fine indefinita e lontana. Esse ci devono aiutare a capire la storia che viviamo, in cui sempre di più assistiamo impotenti a catastrofi che distruggono, come alluvioni, cicloni, terremoti, guerre, carestie, epidemie. Credevamo di essere padroni del mondo, mentre invece gli egoismi umani hanno messo in pericolo la vita di tanti, la violenza ha provocato distruzione e morte. A volte non ne siamo coscienti, attribuiamo la responsabilità agli altri, altre volte creiamo dei nemici che ci sembrano le cause del nostro malessere e delle nostre paure, senza renderci conto che abbiamo permesso all’egoismo di crescere, alla paura di renderci nemici, all’indifferenza di non interessarci di chi soffriva più di noi. Abbiamo chiuso gli occhi accondiscendendo all’indifferenza, mentre il mondo diventava sempre meno umano e l’amore lasciava libero spazio all’odio e alla violenza di gesti e parole. Così i deboli e i poveri si sono trovati ai margini, alla periferia della nostra attenzione e del nostro amore. E alla fine oggi ci troviamo tutti un po’ più soli e un po’ più fragili e impauriti.
La Parola di Dio tuttavia ci viene in aiuto con un avvertimento: “Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte”. E’ un invito alla vigilanza. Bisogna essere svegli e pronti, rendendosi conto degli avvenimenti della storia, imparando a capirli per non vivere nella paura. Il Signore viene nella nostra vita, ci parla, ci vuole incontrare, ci aspetta, aiutandoci a comprendere nel profondo il tempo che viviamo. E noi? Dove siamo? Se vogliamo resistere nei tempi difficili, se non vogliamo cedere alla paura e all’odio che rende nemici, accogliamo il Signore, facciamo posto a lui, alla sua parola e al suo amore. Non resistiamo a lui, non tiriamoci indietro quado ci parla, ascoltiamolo quando ci chiede di prenderci cura degli altri, di fare scelte nuove che contrastano con l’abitudine a occuparci solo di noi stessi. Egli è vicino a ognuno di noi. Nella difficoltà e nel bisogno, non disperare, non perdere la speranza, non pensare che il Signore sia lontano da te. Il Signore ha detto davanti alla tribolazione: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. Non siamo soli nella sofferenza e nel bisogno. Gesù ci ha donato amici che camminano con noi, che oggi sono qui con noi. E poi ci ha dato Michele, l’arcangelo che combatte con noi il male, che nell’angoscia ci sostiene e ci salva. Egli “vigila sui figli del suo popolo”, come abbiamo ascoltato nella prima lettura. Non lascerà che ci perdiamo, che la paura ci vinca, che la tristezza ci faccia chiudere nella solitudine. Egli vigila, veglia su di noi sempre perché fin da oggi possiamo partecipare alla vita che il Signore ci dona. Il Vangelo ci aiuterà a trovare parole e gesti di speranza per noi e per gli altri, a fare scelte nuove per cambiare il mondo, ci renderà donne e uomini pronti a consolare, sostenere, curare chi vive nella difficoltà e nel bisogno. Chiediamo al Signore di proteggere la nostra vita, soprattutto quella di chi è nella difficoltà e nel bisogno. Affidiamo a lui i poveri della terra, perché trovino ovunque donne e uomini che sappiano rispondere al loro bisogno di solidarietà e di amore. Il Signore renda sempre più la Chiesa con le nostre comunità arca di speranza, di pace e di vita per tutti.
Qualche foto, post celebrazione, a pranzo con fratelli e sorelle in povertà